Il gioco del calcio a cinque, per quanto può essere imprevedibile e fantasioso, è regolato da alcuni principi che sono le basi di questo sport. Per semplicità li definiremo “principi basilari di attacco e di difesa”. In definitiva, un buon giocatore di calcio a cinque deve essere a conoscenza di questi elementari, ma fondamentali principi.
Se il fine ultimo di ogni azione di attacco è realizzabile il
goal, quali sono i presupposti per perseguire questo obbiettivo?
La fase di attacco inizia nel momento in cui la squadra entra in possesso
di palla. Il primo giocatore che entra in possesso di palla, se possibile,
cerca di “verticalizzare” il gioco verso la porta avversaria servendo un
compagno smarcato.
Qui a fianco è rappresentato un esempio di una situazione di gioco che
soddisfa il principio sopracitato. A in situazione di 1:1 con 1 in possesso
di palla, conquista la palla per “imbucarla” poi con decisione verso B,
il quale si è liberato della marcatura del difensore 3. In conclusione
qualsiasi giocatore che entra in possesso di palla deve valutare
(attraverso la percezione visiva periferica) se esiste una soluzione di
gioco in verticale per un proprio compagno per avvicinarsi il più
possibile alla porta avversaria.
Se questa soluzione non risulta praticabile (causa il buon
piazzamento difensivo avversario) il giocatore cerca di guadagnare campo
(avvicinarsi alla porta avversaria) attraverso il possesso della palla.
Qui è rappresentata la stessa situazione di gioco precedente, solo che la
difesa avversaria in questo caso è ben posizionata. Infatti, A una volta
conquistata la palla, non avendo soluzioni praticabili in verticale, è
costretto o a giocarla verso C o a mantenere il possesso della palla fino a
quando non trova un compagno smarcato. In definitiva, si può guadagnare
campo in possesso di palla utilizzando due modi: attraverso l’azione
personale (uso del dribbling, guida della palla) o attraverso una serie di
passaggi. N.B.: Ciò non toglie che nel progredire della squadra non si
possano cercare soluzioni in verticale.
Come visto, il denominatore comune di queste due fasi è che la squadra si
deve avvicinare alla porta avversaria con lo scopo di concludere a rete.
Una volta raggiunto questo obbiettivo,i giocatori, attraverso azioni
individuali o collettive, devono creare le condizioni per concludere a rete.
Se è vero che per vincere bisogna realizzare il goal è
altrettanto vero che per non perdere bisogna impedirlo. Quindi appena si perde
il possesso della palla tutti i giocatori devono impedire soluzioni di gioco
verso la propria porta preoccupandosi, per prima cosa, di coprire subito le
possibili traiettorie (diagonali) fra la palla, la porta e i giocatori rivali
(posizione centrale del
campo).
Qui a fianco è rappresentata una situazione di gioco dove D (attaccante)
effettua un 1:1 senza efficacia a favore di 2 il quale, conquistata la palla, si
propone subito per un’azione di contropiede. In questo caso i difensori attivi
(quelli dietro la linea della palla A,B,C) cercano subito di difendere la propria
porta: A e B si spostano fino a coprire le diagonali palla-porta-avversario
lasciando scoperte le fasce laterali del campo (zone meno pericolose); allo
stesso tempo C difende sul portatore di palla ritardando così l’azione
avversaria al fine di attendere il ripiegamento del difensore inattivo D.
Una volta protetta la porta, il difensore deve cercare di sottrarre la palla
all’avversario riducendogli lo spazio e il tempo.
Questi atteggiamenti devono essere eseguiti tenendo presente le proprie
capacità difensive e quelle dell’avversario; infatti il giocatore non deve
solo padroneggiare la tecnica difensiva, ma deve costantemente valutare,
ogni istante, sia la situazione di gioco sia le qualità del rivale al fine di
scegliere il momento più opportuno per riconquistare la
palla o impedire la conclusione a rete.