LA RESISTENZA

Dal libro "L'ALLENAMENTO SPORTIVO"

                 TEORIA E METODOLOGIA

di Gianni Leali - NARDINI Editore 1996

 

      Si è soliti distinguere la resistenza come la capacità di un organo, o dell'intero organismo, di sostenere un determinato sforzo per un lungo periodo di tempo. Naturalmente il periodo di tempo durante il quale può essere sostenuto lo sforzo è inversamente proporzionale all'intensità dello sforzo stesso. In genere, si fa distinzione tra:

a)   resistenza ritmo o endurance;

b)   resistenza veloce.

      La prima consiste nella capacità di compiere un lavoro prolungato di intensità media e relativamente bassa in condizioni di equilibrio tra apporto e consumo di O2  (steady state). Tale prestazione è quindi effettuata con l'impiego delle fonti energetiche di tipo ossidativo e per questo motivo la resistenza ritmo o endurance viene chiamata anche anche resistenza aerobica. Essa dipende in notevole misura dagli adattamenti cardiocircolatori e respiratori che favoriscono un incremento del trasporto dell'ossigeno dall'ambiente esterno alle varie parti dell'organismo che ne abbisognano e conseguentemente del trasporto verso l'esterno delle sostanze di rifiuto (tossiche).

      Si parla invece di resistenza veloce nei casi di prestazioni di durata a velocità massimale o submassimale con impiego prevalente di energia derivante dal meccanismo della glicolisi anaerobica. La resistenza veloce è detta perciò pure resistenza anaerobica lattacida e comporta un lavoro in debito di ossigeno tanto maggiore quanto più l'organismo è capace di sopportare concentrazioni lattacidemiche cospicue e sempre più alte.

 

Redatto il 04/09/2002

Pubblicato il 01/01/03