LA TATTICA DEL PORTIERE 

dal libro CALCIOA CINQUE/Il manuale dell’allenatore.

 

 
Il portiere non ha solo la funzione di distruggere il gioco avversario (difesa) ma partecipa attivamente alla costruzione di quello della propria squadra (attacco). Questo introduce l’importanza dell’atteggiamento tattico del

portiere, che spesso è il primo attaccante della propria squadra. Per esprimere meglio le sue

funzioni tattiche abbiamo diviso l’analisi in tre fasi temporali:

·        Prima della parata. Appena la propria squadra perde il possesso della palla, nella metà

campo opposta, il portiere si porta fuori dall’area per anticipare con una uscita un eventuale

contropiede degli avversari. (qui a fianco è rappresentata questa situazione). Se la compagine

avversaria imposta il proprio attacco in maniera elaborata, il portiere assume la posizione

fondamentale, seguendo lo sviluppo del gioco attentamente (concentrazione) per essere

pronto al momento dell’intervento. Il portiere si deve posizionare sempre in maniera da

chiudere l’angolo di tiro, spostandosi lateralmente seguendo un semicerchio immaginario.

Osservare (dal suo punto di osservazione privilegiato) e analizzare le situazioni di gioco nel

loro sviluppo (come, dove e quando conclude) in maniera da prevenire le intenzioni dell’av-

versario. Comunicare continuamente con i propri compagni in maniera esplicita e implicita.

Per “comunicazione esplicita” si intende guidare  la squadra nella difesa fornendo informazioni

utili per neutralizzare l’attacco avversario. Per “comunicazione implicita” si intende porre in

 
essere comportamenti tattici già stabiliti a priori con i compagni.

 

Un esempio è rappresentato in figura: in questa situazione di 1:2, D una volta scavalcato dalla

palla, trasmessa da A1 ad A2, scatta all’indietro a coprire il secondo palo mentre il portiere

P protegge il primo. Come si può intuire in questo caso il portiere non ha il tempo di

“comunicare esplicitamente” al proprio compagno la posizione da occupare, quindi ognuno

effettua il suo compito automaticamente. Questa considerazione ci fa capire l’importanza

dell’allenamento tattico situazionale per il portiere e i suoi compagni di squadra, al fine di

organizzare e affinare questo tipo di cooperazioni.

·        Durante la parata. In base all’analisi effettuata in precedenza, dalla posizione fondamentale di “attenzione” si palla a quella di pre-parata che varia a seconda della direzione del tiro. Nel momento dell’impatto deve tenere gli occhi fissi sulla palla, con entrambi i piedi aderenti al suolo e con il peso del corpo leggermente spostato in avanti. Questo permette di assumere una posizione di partenza molto reattiva in quanto lo pone in condizioni di poter reagire indistintamente in tutte le direzioni. Infine l’esecuzione della parata deve essere in funzione della posizione del tiro. Se la palla viene deviata, il portiere deve direzionarla in una zona poco pericolosa (laterale o sopra la porta) mentre se viene bloccata proporsi subito per la fase successiva.

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Dopo la parata. Dopo la parata, se la palla viene deviata continuare a difendere la porta finché la stessa non è bloccata o esce dal gioco. Invece se la palla viene bloccata, il portiere diventa il primo attaccante della squadra cercando, se possibile, di proporre immediatamente un’azione d’attacco in verticale (contropiede).

Esercitazione.

Qui a fianco è rappresentata una esercitazione a carattere situazionale, che stimola il portiere

ad effettuare un contropiede subito dopo la parata.

Materiale: Un pallone, casacche.

Giocatori: D all’inizio è l’attaccante e calcia a rete da 10-12 m, per poi divenire il difensore

nella situazione di 2:1. A1 e A2 sono gli attaccanti. P1 e P2 sono i portieri che difendono prima

la porta e poi lanciano il contropiede.

Regole: D calcia a rete cercando il goal, P1 para e recupera la palla il più presto possibile per

rilanciare il contropiede a favore di A1 e A2, i quali affrontano D in una situazione di 2.1 per

attaccare la porta difesa da P2.

Obbiettivo: Sfida fra i portieri a chi subisce meno reti.

 

Infine, se la palla è uscita direttamente e quindi si configura la situazione di rimessa dal fondo, il

portiere a seconda dell’andamento della gara detta il ritmo di gioco della propria squadra (per

esempio: recupero lento della palla per spezzare il ritmo della squadra avversaria, recupero

veloce per tenere il ritmo alto). Altro aspetto fondamentale di questa situazione è quella di

organizzare la squadra ad eseguire gli schemi di uscita dal pressing. In questo caso il portiere deve essere “rapido” a trovare la giusta soluzione.

 

Situazioni di palla inattiva.

Altre situazioni di gioco in cui il portiere è coinvolto in modo rilevante sono quelle di palla inattiva. A proposito presentiamo uno studio statistico; con l’istogramma di fig. 1 sono espressi, in percentuale, i goal subiti su azione o palla inattiva, mentre in fig. 2 vengono rappresentati, in percentuale, le reti realizzate sulle varie tipologie di palla inattiva.

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Le situazioni di palla inattiva si possono dividere in due branche: quelle in cui il portiere utilizza l’aiuto dei compagni per difendere la porta e quelle in cui deve far riferimento solo alle proprie capacità.

Con l’aiuto dei compagni. In questa situazione il portiere deve partecipare all’organizzazione della squadra comunicando ai compagni la posizione che devono assumere in campo.

·        La punizione. Come abbiamo visto è la situazione più pericolosa: in questo caso il portiere deve essere l’unico ad organizzare la barriera comunicando con fermezza e rapidità (i tempi sono ristretti) ai compagni, la posizione da assumere in campo. Lo scopo principale del portiere è coprire, con l’ausilio dei compagni, tutte le traiettorie possibili che la palla può compiere. In questo caso è importante anche conoscere le caratteristiche degli avversari (sapere chi e come conclude); questo per capire anticipatamente la soluzione scelta dall’avversario e conseguentemente coprire maggiormente più un lato di porta anziché un altro.

·        Il calcio d’angolo e il fallo laterale. In questa situazione il portiere si posiziona all’altezza del primo palo rispetto al punto di battuta. L’estremo Difensore, avendo un punto di osservazione ottimale, deve comunicare ai compagni l’evoluzione del gioco avversario cercando se possibile di capire e suggerire anticipatamente le loro azioni d’attacco.

Senza l’aiuto dei compagni. In questa situazione il portiere deve far ricorso esclusivamente alle proprie capacità tecnico-tattiche-atletiche. Psicologicamente deve affrontare queste situazioni con il pensiero che non ha nulla da perdere perché, a causa del regolamento queste sono estremamente punitive.

·        Il rigore. In primo luogo, se possibile, il portiere deve conoscere come calcia il rigore l’avversario (per esempio: cerca la potenza rimanere fermo ed intervenire all’ultimo momento; cerca la precisione coprire l’angolo della porta da lui preferito). Altro aspetto da tenere in considerazione è quello psicologico, infatti il portiere con un suo atteggiamento può rendere insicuro l’avversario, facciamo degli esempi: rannicchiarsi a terra, offrendo così più superficie di porta, al fine di indurre l’avversario ad essere meno preciso. Coprire più porta possibile, aprendo al massimo tutti i segmenti del corpo (braccia e gambe), portando l’avversario ad essere molto preciso inducendolo così all’errore. Eseguire una finta, nell’attimo precedente al tiro, “comunicando” così all’avversario una falsa intenzione portandolo a calciare nella parte voluta della porta. Collocarsi vicino ad un palo, lasciando sgombra una superficie vasta della porta, per spostarsi poi a proprio piacimento all’ultimo momento.

N.B. Tutti questi atteggiamenti tattici del portiere, devono essere correlati alle proprie capacità tecniche e hanno come scopo quello di disorientare, quindi di rendere meno sicuro l’avversario.

·        Tiro libero o 2° rigore. A differenza del calcio di rigore, questo può essere calciato da varie posizioni del campo e distanze. In funzione della posizione il portiere si deve collocare chiudendo sempre l’angolo di tiro: in funzione della distanza può muoversi andando incontro alla palla o stare fermo attendendo di capire la direzione per poi intervenire. Per gli atteggiamenti tattici rimandiamo il lettore a quelli già citati per il calcio di rigore.

 

 

 

Redatto il 25/08/2002