In una partita di calcio a 5 il gesto tecnico che trasmette più emozioni allo spettatore è il tiro in porta, per il fatto che il suo esito condiziona in maniera determinante il risultato della gara. Da questo si può asserire che il tiro è il fondamentale più importante, quindi ogni giocatore di calcio a 5 deve essere in grado di calciare a rete efficacemente. Per calciare la palla in un modo corretto bisogna rispettare alcuni principi che fondamentalmente riguardano il rapporto tra arto portante e arto calciante. In particolare a seconda dello “stato” della palla (ferma o in movimento, a terra o in aria) bisognerà trovare un posizionamento “ideale” del piede portante al fine di garantire un impatto efficace del piede calciante in funzione della porta. L’atto di calciare una palla (soprattutto ferma) viene normalmente diviso in quattro fasi temporali:
· La rincorsa. Non è una fase irrinunciabile, basti pensare al tiro da fermo, ma permette al giocatore di imprimere più potenza alla palla, infatti l’energia cinetica prodotta dal corpo in movimento fornisce una maggiore forza d’urto al piede nel momento dell’impatto.
· Arresto e caricamento. In questa fase avviene contemporaneamente l’arresto della corsa con il caricamento dell’arto portante e la flessione all’indietro di quello calciante. La rincorsa deve terminare con il piede d’appoggio (portante) che si ferma di lato alla palla, con la punta dello stesso rivolta verso l’obbiettivo, con il ginocchio flesso fino a nascondere la visione della palla. Allo stesso tempo l’arto calciante con una flessione è portato all’indietro pronto per la successiva estensione verso la palla. N.B.: La posizione del piede portante di lato alla palla è una condizione che bisogna rispettare quando la stessa è immobile (legge del pendolo). Se la palla però è in movimento (in allontanamento o in avvicinamento al giocatore) bisognerà ricordare che l’impatto con la palla dovrà avvenire quando questa sarà sulla linea del piede portante. La conseguenza pratica di questo accorgimento sarà quella di posizionare il portante davanti alla palla se la stessa si sta allontanando, mentre al contrario dovremo posizionare lo stesso dietro la palla se questa sta venendo incontro.
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violenza nella zona centrale con il dorso del piede (zona tarso-metatarso). La rincorsa
è lineare rispetto alla linea palla-obbiettivo. N.B.: E’ un tiro molto potente. Chi ha il
piede lungo trova difficoltà ad effettuarlo.
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metatarso) tenendo la punta leggermente ruotata verso l’esterno. La rincorsa deve
essere leggermente obliqua rispetto alla linea palla-obbiettivo.
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metatarso) con la punta ruotata verso l’interno. Rincorsa lineare per darla dritta,
rincorsa obliqua per aggirare l’ostacolo.
(triangolo: malleolo-tallone-alluce) e con la punta ruotata all’esterno e in flessione
dorsale (verso l’alto).
movimento della caviglia, con la punta del piede ruotata verso l’interno. Non occorre
rincorsa.
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Punta. Colpire con la punta del piede la palla con un
rapido movimento di gamba,
a seconda del punto di contatto (sopra, sotto, destra e sinistra) si possono dare
diversi effetti direzionali. N.B.: E’ il tiro più imprevedibile perché fornisce poche
informazioni all’avversario.
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Tacco. Colpire la palla con la parte posteriore
del piede (calcagno). Non occorre
rincorsa.
Può essere efficace per chi gioca spalle alla porta.
· Prosecuzione del gesto. Dopo aver colpito la palla, la gamba calciante prosegue nel suo slancio per inerzia, fino ad un’altezza funzionale al mantenimento dell’equilibrio nella prosecuzione dell’azione.
Una volta spiegato come eseguire il tiro dal punto di vista motorio, andiamo a parlare di altre componenti che condizionano questo fondamentale. Per fare questo ci siamo avvalsi di uno studio statistico effettuato su alcuni giocatori di due nazionali: Italia e Spagna. Desideriamo sottolineare che i dati ricavati non devono costituire un riferimento assoluto ma hanno la semplice funzione di invitare noi tutti ad alcune riflessioni.
Come la palla condiziona l’esecuzione di questo gesto tecnico?
Il primo fattore che condiziona il tiro è sicuramente la palla, infatti a seconda della sua altezza, velocità, traiettoria e direzione costringe il giocatore ad adattamenti esecutivi. Questa considerazione ci ha suggerito una domanda:
quante volte su un tiro si colpisce la palla quando è a terra e in aria?
Come lo spazio condiziona l’esecuzione di questo gesto tecnico?
La componente spazio ci suggerisce alcune domande: da che
posizione del campo partono i tiri vincenti, ovvero i goal?
Ciò che risalta è che la maggior parte delle reti si realizza a seguito di tiri eseguiti
dalla zona centrale del campo; infatti calciando a rete da tale zona il portiere trova
più difficoltà a coprire, con il suo piazzamento, lo specchio della porta perché
colui che conclude ha a disposizione l’intera superficie della stessa. Questo tipo di
riflessione ci porta a capire la scarsa realizzazione dalle fasce laterali perché
spostandosi più lateralmente lo specchio della porta tende a restringersi quindi
risulta più facile per i difensori coprirlo.
N.B.: Attenzione : un tiro errato da tale posizione può far scattare un’azione di
contropiede. Un altro dato che risalta all’occhio è che un 40% dei goal è realizzato
all’interno dell’area di rigore; infatti quanto più si è vicini alla porta tanto più è facile
realizzare un goal, ma anche perché nel calcio a 5 si tende a sfruttare molto il tiro-assist in diagonale per cercare l’uomo appostato sul secondo palo.
Nel grafico è rappresentata una situazione di gioco che induce
il giocatore a trovare la soluzione del secondo palo.
Materiale: Un pallone e coni.
Giocatori: “A” e “C” sono gli attaccanti, “B”
il difensore e “P” il portiere.
Regole: “A” può operare solamente lungo la sua fascia. “B” può difendere solo
all’interno della zona tratteggiata. “C” può attaccare solo all’interno
del suo
rettangolo.
Note: Il lavoro può essere svolto
contemporaneamente da ambo i lati del campo,
facendo ruotare i
giocatori in tutti i ruoli.
Obbiettivo: Conclusione a rete da una posizione
laterale con chiusura sul secondo
palo. Duello fra i
giocatori a chi realizza più reti.
Come i giocatori
avversari influenzano questo gesto tecnico?
Le altre componenti
che incidono al momento del tiro sono i giocatori avversari, i quali, in base
alla loro intensità difensiva, determinano il tempo e lo spazio per la
conclusione. Giocando in spazi molto ridotti sicuramente i tempi a disposizione
dell’attaccante sono ridotti, questo significa che la rapidità di conclusione
assume un valore determinante per il giocatore di calcio a 5.
A conforto di questo
concetto si può analizzare uno studio che intendeva valutare quante volte, in
occasione dei goal, il giocatore attaccante toccava la palla.
Ma allora come si
conclude rapidamente in porta?
Sicuramente il tiro
di prima intenzione è quello più efficace ma presuppone un’ottima coordinazione
del giocatore, che deve trovare il giusto compromesso fra velocità di movimento,
equilibrio e precisione.
Quindi in allenamento
è molto importante proporre esercitazioni il più vicino
possibile alla
realtà della gara.
Qui a fianco è
rappresentata una situazione di gioco che stimola il giocatore a
concludere nel più
breve tempo possibile.
Giocatori: “A” e “C” sono gli attaccanti, “B”
il difensore e “P” il portiere.
Regole: “A” inizia la sua azione a suo piacimento, “B” può iniziare a difendere solo
quando “A” si muove, “C” imbucherà la palla
verso “A”.
Obbiettivo: Conclusione a rete in situazione di 1:1 con difensore che rientra alle
spalle dell’attaccante. Duello fra i giocatori a chi realizza più reti.
Altra caratteristica che rende efficace il tiro è l’imprevedibilità, infatti una
conclusione inaspettata può essere più vincente di una potente. A tal proposito invitiamo ad analizzare il seguente istogramma, dove è messo a confronto l’uso delle parti del piede nel tiro, dei giocatori di due nazionali: Italia e Spagna.
Il dato che ci fa
più riflettere è l’utilizzazione della punta del piede da parte degli spagnoli
che è doppio rispetto a quelli degli italiani. Perché questa differenza?
Si può pensare che
gli spagnoli mirino a sfruttare di più la maggior velocità e imprevedibilità
del tiro di punta. Infatti in questa conclusione non è necessario oscillare all’indietro
la gamba calciante perché la potenza esercitata sulla palla dipende dall’interazione
di tre fattori: la superficie di contatto (molto ridotta), la consistenza della
stessa (dura) e la rapidità di movimento dell’arto (in questo caso poca
oscillazione) non “comunicando” così al difensore e in particolare al portiere
avversario la propria intenzione.
Un’ultima
considerazione va fatta sul resto del corpo: testa, tronco ed altre parti degli
arti inferiori. Queste parti come si è visto non sono molto utilizzate e in
generale sono usate in situazioni di emergenza; ciò non toglie però che non
possono essere determinanti in gara, quindi in sede di allenamento non si
devono trascurare.