La tattica collettiva riguarda quelle situazioni dove il calciatore di calcio a 5 preferisce trovare le soluzioni di gioco attraverso una cooperazione diretta di uno o più compagni. Per favorire una migliore analisi ci siamo avvalsi di uno studio statistico, effettuato su varie nazionali europee impegnate in manifestazioni internazionali, che aveva lo scopo di codificare le situazioni di gioco che si concludevano con un tiro in porta. Teniamo a precisare che i valori ottenuti non devono assumere un valore assoluto, perché riferiti ad una cerchia ristretta di squadre, ma hanno il semplice compito di invitare il lettore ad alcune riflessioni. La gara è un continuo susseguirsi di situazioni di gioco che si possono suddividere, prendendo come riferimento la fase di attacco, in quattro gruppi:
Gli obbiettivi. Come definito in precedenza, gli obbiettivi delle squadre in ogni fase di gioco sono in antitesi, infatti se in fase di attacco si deve provocare o cercare spazi liberi per guadagnare campo col fine ultimo di realizzare il goal, in fase difensiva si deve cercare di ridurre al massimo gli spazi concessi all’avversario per impedirgli di far goal e, se possibile, per recuperare la palla.
I
mezzi di attacco. Ogni giocatore di calcio a 5 deve essere a
conoscenza di alcuni mezzi di attacco e di difesa che gli permettono di
conseguire gli obbiettivi sopraccitati. A seconda della situazione di gioco che
si sviluppa il giocatore di calcio a 5, attraverso l’ausilio dei suoi compagni,
può utilizzare alcuni mezzi di attacco che ora andremo ad analizzare.
· La sovrapposizione. Questa è un’azione combinata in cui un attaccante effettua
una corsa in aiuto, parallela o diagonale al compagno in possesso di palla
partendo da una posizione arretrata rispetto allo stesso. Lo scopo principale
della “sovrapposizione” è quello di mettere l’avversario in una situazione di 2:1.
Per analizzare meglio questo movimento passiamo a rappresentare una possibile
situazione di gioco di 2:1. In questa situazione “B” in possesso della palla “punta”
la porta centralmente, col fine di attirare a sé il difensore 2; al momento opportuno
il giocatore “A” si sovrappone a “B” che gli
trasmette la sfera sulla corsa. A
questo punto l’attaccante “A” si trova in condizioni di concludere a rete libero da
marcatura. Per rendere efficace questa azione combinata gli attaccanti “A” e “B”
devono rispettare due principi importanti della sovrapposizione: il giocatore “B”
deve guidare la palla verso la porta avversaria in modo da attirare “2” in
situazione di 1:1, allo stesso tempo “A” deve sovrapporsi con il giusto “tempo”
in modo da arrivare all’altezza della sfera quando “2” ha già iniziato l’azione
difensiva di 1:1.
·
Il blocco. E’ un’azione che, secondo il
regolamento, consiste nel limitare l’azione
difensiva avversaria ponendosi sulla traiettoria di spostamento di quest’ultimo,
allo scopo di creare un ritardo nell’azione difensiva avversaria e quindi un
vantaggio per chi attacca. Per meglio esprimere tale movimento analizziamo
una situazione di palla inattiva: il calcio d’angolo. In questo caso “B” con un
movimento si pone sulla traiettoria di spostamento del difensore “5” impedendogli
così l’azione
difensiva. Allo stesso tempo il compagno “C” sfrutta lo spazio libero
determinato dal blocco di “B” per concludere a rete su passaggio di
“A”.
·
Il velo. E’ un’azione che consiste, al momento della
ricezione della palla, nel fintare un gesto tecnico, per disorientare
l’avversario diretto, a favore dell’azione di attacco di un altro
compagno. Anche in questo caso, per facilitare l’esposizione, analizziamo
una possibile situazione di 3:2. In questa situazione il giocatore “C” effettua un
movimento in profondità, “B” in possesso di palla gli trasmette la stessa sulla
direzione della sua corsa. Solo allora “C”, valutato l’errore difensivo di “3” (il
quale controlla il suo inserimento) finta la ricezione della palla lasciandola
scorrere verso “D” (che nel frattempo si è inserito) il quale si trova in condizione
di attaccare la porta avversaria libero da marcatura. Importante è sottolineare che
colui che
esegue il velo debba sempre valutare l’azione difensiva del suo diretto rivale,
perché in generale questa azione risulta efficace solo quando l’avversario è
colto di sorpresa.
·
Scambio di possesso di palla. Questa azione combinata
consiste nello scambiare velocemente il possesso della palla fra due giocatori
in uno spazio molto ridotto. Come per la
sovrapposizione lo scopo di questo movimento è quello di mettere in situazione
di 2:1 l’avversario; bisognerà però considerare che in questa situazione lo spazio
disponibile è limitato. Qui a fianco è rappresentata una situazione di 3:3 dove si
utilizza questa azione combinata. L’attaccante “C”, ricevuta la palla, verticalizza
verso il pivot “A” il quale la protegge fino al momento in cui “C”, col suo
inserimento, gliela rileva per concludere a rete. In questa azione combinata sono
molto importanti due fattori: il primo è che l’attaccante “A”
deve sempre valutare
l’azione difensiva di “2”; il secondo è che “A” deve essere in grado di proteggere
(con la pianta)
la palla con sicurezza.
·
Triangolazione (uno-due). Questa azione
combinata consiste nel trasmettere la
palla ad un proprio compagno che la restituisce “di prima”, disegnando un
immaginario triangolo, sulla corsa del primo. Questo movimento ha lo scopo
di eludere l’azione difensiva avversaria attraverso la velocità di spostamento
della palla e degli attaccanti.
Qui a fianco è rappresentata una situazione di gioco di 2:1, dove l’attaccante “A”,
sfruttando una triangolazione con “B”, elude la difesa di “2”. Per rendere
efficace questo tipo di azione combinata è molto importante che “A” “inviti” al
1:1 il difensore “2” e che alle spalle del rivale ci sia spazio disponibile per
ricevere la sfera. Risulta altrettanto determinante che il giocatore “A” trasmetta
la palla con la massima precisione sui piedi di “B”. Altro fattore importante è che
“B”
restituisca la palla il più veloce possibile al fine di vanificare il recupero
del difensore “2”.
·
Circolazione della palla. Questa azione combinata
consiste nel far muovere velocemente la palla, attraverso una serie di
passaggi, da una zona all’altra del campo in rispetto di uno
dei principi fondamentali del calcio a 5 secondo il quale il giocatore più veloce è
la palla. La circolazione della palla ha lo scopo di tenere in costante movimento e
tensione l’avversario costringendolo a possibili errori difensivi da poter sfruttare.
Qui a fianco è rappresentata una situazione di gioco di 4:3 (per esempio :
espulsione di un avversario) nella quale, attraverso una circolazione veloce di
palla, si può creare spazio libero per concludere. N.B.: Questa azione combinata
può essere usata anche contro squadre che adottano una difesa molto chiusa.
·
I tagli. Sono corse di smarcamento effettuate da
giocatori senza palla e consistono nel tagliare trasversalmente il campo
partendo da una zona centrale o laterale dello stesso.
Tali motivi hanno lo scopo di favorire i passaggi in verticale, prendendo di
sorpresa la difesa avversaria, sul giocatore che ha eseguito il taglio o sullo spazio
da lui creato (attacco dello spazio). Qui a fianco è rappresentata una situazione di
gioco in parità numerica 4:4 nella quale si utilizzano due tagli
contemporaneamente. Infatti il pivot “D” con il suo taglio orizzontale crea uno
spazio libero per favorire l’altro taglio (attacco nello spazio) portato da “A”, che
così può ricevere la palla sulla propria corsa.
I mezzi della difesa. Per essere un giocatore completo un giocatore di calcio a 5 deve anche padroneggiare alcuni mezzi difensivi collettivi che garantiscono il conseguimento degli obbiettivi visti in precedenza. I mezzi difensivi della tattica collettiva sono:
·
Raddoppio di marcatura. Questo movimento consiste nell’aiutare un
proprio compagno nell’azione difensiva nei confronti di un avversario in
possesso di palla. Tale azione mette
l’attaccante in situazione di 1:2 con lo
scopo di non fargli guadagnare campo e
rubargli palla. Affinché il raddoppio di marcatura
sia efficace i difensori che lo
effettuano devono tenere presenti alcuni
principi: il difensore che entra in
marcatura per primo sul portatore di palla
deve temporeggiare, al fine di attendere
l’arrivo di colui che raddoppia, mantenendosi
a una distanza che varia a seconda
delle caratteristiche tecnico-atletiche
dell’avversario (rivale rapido rimane più
lontano, rivale lento più vicino); colui che
temporeggia sul portatore di palla non
lo deve far sentire tranquillo disturbando
continuamente la sua azione offensiva (fintare di rubargli palla); il difensore
che raddoppia la marcatura deve intervenire con velocità e decisione; colui che
raddoppia deve impedire la possibilità più pericolosa di passaggio
all’avversario e non consentirgli uno spostamento in possesso di palla; in
questa collaborazione fra i due difensori si potrà tentare di sottrarre la
palla all’attaccante. Ora analizziamo dove si può effettuare il raddoppio di
marcatura. In generale lo si può eseguire in due zone del campo:
·
Zona laterale. Il raddoppio nella zona laterale del campo
(lungo la fascia) sicuramente è il più efficace poiché l’attaccante ha, in tale
posizione, meno spazio a disposizione
per giocare la palla. In questo tipo di
marcatura il difensore “2” temporeggia in
attesa del raddoppio di “3”. Il laterale “3” opera il raddoppio movendosi
velocemente coprendo l’eventuale passaggio di
ritorno a “C”. Allo stesso
tempo gli altri giocatori della squadra
ripiegano all’indietro in maniera che “4”
copra la zona centrale del campo mentre “5” quella sul secondo palo. In questa
situazione il pivot “D” difficilmente può concludere a rete, perché si trova in
1:2, quindi è costretto a riportare la palla
lontano dalla porta rigirandola
all’indietro.
·
Zona centrale. Il raddoppio nella zona centrale del campo
è sicuramente quello
più difficile e determinante dato che in
questa situazione l’attaccante ha più
soluzioni di gioco. In questo tipo di azione
il difensore “2” temporeggia con
molta attenzione sul pivot “D” (senza consentirgli il contatto), in attesa del
rapido raddoppio del compagno “4”. Gli altri componenti della squadra
rientrano contemporaneamente all’indietro
coprendo le rispettive zone del
campo. Anche in questo caso lo scopo
principale dell’azione difensiva è quello
di ridurre al minimo
lo spazio al pivot “D” il quale è indotto a “forzare” l’azione di
attacco o a riportare il gioco lontano dalla porta.
·
Passaggio di
marcatura. Questo movimento
difensivo consiste nello scambiarsi la
marcatura di due o più giocatori nel corso dell’azione offensiva
avversaria. In
questa situazione l’attaccante “B” effettua una
sovrapposizione su “A”. Durante
questo movimento i difensori “2” e “3” spostandosi
lateralmente eseguono il
passaggio di marcatura; se all’inizio “2” marcava “B” e “3” l’attaccante “A”,
al termine di questo movimento le marcature sono invertite. Questo tipo
di azione
presuppone due fattori importanti: i difensori interessati devono tenere
costantemente sotto
controllo la posizione degli attaccanti, comunicando tra di loro al fine di
muoversi con decisione per non creare incertezze che favorirebbero l’efficacia
del gioco
offensivo avversario. In quest’altra situazione l’attaccante “B” elude con un
dribbling la marcatura del difensore “3”. In questo caso il
compagno “2” scambia
la marcatura con “3” andando così a contrastare l’azione di “B”, mentre “3”
abbandona la sua precedente consegna marcando l’attaccante “A”. Come nella
situazione precedente i due difensori interessati devono mantenere alto
il grado di
concentrazione anche perché un attimo di esitazione sarebbe fatale per la
propria squadra.
·
Difesa sulle diagonali. Consiste nel coprire le possibili
traiettorie definite dalla
palla, porta e avversario. In generale nelle situazioni di parità
numerica questo tipo di marcatura si adotta per effettuare una difesa
anticipata. Infatti il difensore (in questo caso “2”) si pone
davanti al diretto avversario sulla linea immaginaria palla-avversario (“D”).
In questa situazione è molto importante controllare costantemente la
posizione del
diretto avversario (visione periferica) restando sempre in movimento per
essere più
reattivo al momento dell’intervento. Invece nelle situazioni di
inferiorità numerica
la difesa sulle diagonali può risultare efficace per temporeggiare
sull’azione
offensiva avversaria. Sotto è rappresentata una situazione difensiva di
1:2.
In questo caso “2”, per temporeggiare sull’azione offensiva di “A” e di “B”,
deve coprire la linea di passaggio fra i due attaccanti invitando così “B” a guidare la palla nella zona laterale del campo. Questo atteggiamento
difensivo presuppone una costante mobilità sugli arti inferiori, continue finte
d’intervento, al fine di generare disturbi sui progetti di azione
dell’avversario.