PREPARAZIONE ATLETICA
Propriocettività e
prestazione
All’allenamento
propriocettivo si dedicano spazi sempre più ampi, con metodologie più dirette e
specifiche. Per preservare le articolazioni è anche consigliato l’utilizzo di
fasciature e tutori più o meno rigidi.
di Italo Sannicandro*
dal n° 118 de “ IL NUOVO CALCIO”
La scienza dell’allenamento ha orientato l’attenzione verso le componenti propriocettivo e la loro influenza sia sulle prestazioni di routine, ad esempio del mantenimento della postura eretta, sia quelle agonistiche di elevata qualificazione, come lo stacco monopodalico o il cambio di direzione.
L’introduzione di nuovi sistemi di valutazione della gestione del disequilibrio, ha confermato come quest’ultimo sia influenzato in modo determinante dalla consapevolezza delle informazioni propriocettivo in ingresso.
I
traumi
L’evoluzione del concetto di propriocezione, dalla data della sua prima definizione ad oggi, ha comportato una maggiore attenzione da parte di tecnici e preparatori nei riguardi di questo aspetto della percezione. Attualmente, in moltissime discipline e in particolare nei giochi sportivi che richiedono improvvisi e repentini movimenti in rapporto ad attrezzo, compagni ed avversari, i programmi di preparazione fisica, sia nel periodo preparatorio sia in quello competitivo, dedicano all’allenamento propriocettivo spazi più ampi e metodologie più dirette e specifiche (Trachelio, 1997). L’esigenza di una mirata programmazione degli interventi condizionali e preventivi, si avverte tanto a livello assoluto che a livello di formazione giovanile, con l’analisi dei livelli di forza reattiva dell’apparato estensore della caviglia mediante drop jump (Castagna e Sannicandro, 2001). La nuova esigenza è supportata dalle indagini relative alla traumatologia sportiva e alle modalità di insorgenza di quest’ultima. Tali indagini indicano nei salti, con un’incidenza del 28,9%, la gestualità predisponente traumi all’apparato muscolo legamentoso e articolare dell’arto inferiore, con particolare riferimento all’articolazione tibio-tarsica; le indagini specificano,inoltre, che l’85% delle distorsioni relative a tale articolazione avvengono in inversione (Pfeifer et al., 1992; Rasch, 1999).
La velocità di ricaduta verticale comprese tra 2,6 e 4 metri/secondo unita alla velocità verso il comparto laterale del piede al momento dell’appoggio al suolo di circa 2 metri/secondo, impongono un sensibile lavoro alla muscolatura della gamba e del piede (Weineck,1998).
L’insorgenza di un trauma discorsivo è causa di deficit propriocettivo capaci di innescare un processo in cui l’instabilità funzionale conseguente comporta recidive sulla stessa struttura anatomico-funzionale.
Il ruolo protettivo svolto dai propriocettori (fusi neuromuscolare, organi tendinei del Golgi, recettori del Pacini e del Ruffini, terminazioni libere, ecc.) rispetto ai nocicettori è evidenziato dalle indagini a proposito della velocità di conduzione dei rispettivi segnali: in un arco riflesso integro, la velocità di conduzione del segnale sensitivo dei propriocettori è di circa 70-100 metri/secondo, mentre quella dei nocicettori varia da 4-9 a 0,5-2 metri/secondo in rapporto al tipo di fibra nervosa mielinica o amielinica (Riva,1998). Rivestono pertanto rilevanza i propiocettori dei muscoli cosiddetti “stabilizzatori”, cioè di quei distretti muscolari che variano la propria tensione isometrica in ragione delle condizioni esterne, per assicurare che l’articolazione lavori in range angolare fisiologico. L’attivazione dei propriocettori, unita a quella del sistema neuro-muscolare, sembra infatti migliorare i meccanismi di autoregolazione propriocettivo dell’atleta.
L’allenamento
propriocettivo
Il monitoraggio, così come il training delle capacità propriocettivo, riveste un ruolo determinante al fine di prevenire e ridurre l’insorgenza dei traumi distorsivi alle articolazioni dell’arto inferiore e al fine di migliorare le espressioni di forza reattiva dei muscoli della gamba e del piede, sia nel calcio a cinque sia in tutti gli altri sport di squadra.
L’attenzione della preparazione atletica nei confronti di queste componenti della prestazione trova giustificazione metodologica nelle conoscenze relative alle informazioni che influenzano i circuiti di controllo e gestione del disequilibrio: a differenza di quanto si possa comunemente pensare le afferenti vestibolari non rappresentano i canali di informazione più rapidi, ma addirittura comportano movimenti più imprecisi e violenti (Riva e Trevisson, 2000).
Al controllo vestibolare e posturale, insieme ai propriocettori (fusi neuromuscolare, organi tendinei del Golgi, recettori del Pacini e del Ruffini, terminazioni libere, ecc.), concorrono tutte le afferente sensoriali, comprese quelle cutanee capaci, queste ultime, di surclassare quelle vestibolari grazie a velocità di trasmissione più elevate: 50 metri/secondo delle prime rispetto agli oltre 80 metri/secondo delle seconde (Bessou et al., 1998).
È interessante constatare come le strutture a semicupola del piede richiedano e permettano ai tre tipi di recettori, cutanei, muscolari e articolari, di fornire simultaneamente risposte afferenti agli stimoli che di volta in volta si presentano.
La conoscenza delle gestualità predisponesti traumi all’articolazione tibio-tarsica e l’analisi della tipologia di tali incidenti, ha suggerito l’introduzione nella pratica sportiva di misure di prevenzione di tipo passivo: l’uso di fasciature, tutori più o meno rigidi e particolari accorgimenti nella scelta dell’equipaggiamento hanno rappresentato alcune modalità di intervento. In considerazione degli oltre 6000 contatti con il suolo che si verificano in una partita, medesimo obbiettivo ha avuto l’analisi delle interazioni tra piede e scarpa, al fine di individuare il profilo che meglio di altri attutisce la magnitudo dell’impatto (Sproviero et al., 2001).
Ma l’aspetto predominante di una corretta preparazione atletica sembra essere rappresentato dalla prevenzione di tipo attivo, costituita da unità di allenamento finalizzate al miglioramento della coordinazione intermuscolare a livello della gamba e del riuso elastico da parte dei suddetti gruppi muscolari e dell’attivazione propriocettivo.
L’utilizzo delle classiche tavole basculanti di Freeman, costituisce un idoneo mezzo per favorire l’evoluzione di questa tipologia di capacità: la praticità e l’economicità dello strumento consente l’adattamento delle esercitazioni tecniche e atletiche sul campo in molteplici situazioni.
Viceversa, l’utilizzo di pedane basculanti elettroniche interfacciate con personal computer si rende più funzionale laddove il preparatore è interessato, non solo al training specifico,ma anche al monitoraggio delle capacità propriocettivo o alla capacità di equilibrio (o disequilibrio).
* Italo Sannicandro: insegnante di educazione fisica; preparatore atletico abilitato presso il C.T.F. della F.I.G.C. di Coverciano; laureato presso l’Università di Lione (FR); consulente dell’A.S. Sport Five Putignano Calcio a 5 (Serie B) e di società di calcio, basket (serie C) e pallavolo (serie B).
Per
chi vuole approfondire
· Bessou M., Dupui P., Séverac A., Bessou P. (1998) – Il piede, organo dell’equilibrio – in Villeneuve P. (1998) – Piede, equilibrio e postura – Marrapese Roma: 55-67
· Castagna C., Sannicandro I. (2001) – Indagine sull’equilibrio della forza reattiva degli arti inferiori nel basket – in Atti del 6° Convegno Associazione Italiana Medici Basket – Gestione dei rischi di gioco nella stagione agonistica – Coverciano 23-24 giugno 2001: 44-45
· Dalatri R. (2001) – La reattività dei piedi nella preparazione precampionato – in Atti del 6° Convegno A.I.M.B. – Gestione dei rischi di gioco nella stagione agonistica – Coverciano 23-24 giugno 2001: 25
· Kratter G., (1998) – Gestione del disequilibrio nello sport – in Riva D., Soardo G.P., Kratter G. (1998) – Propriocettività e gestione del disequilibrio – Atti Convegno Torino 16 Maggio 1998: 33-37
·
Lephart
S.M., Henry T.J. (1996) – The physiological basis for open and closet kinetic
chain rehabilitation for the upper extremity – Journal of sport rehabilitation,
5: 71-87
·
Pfeifer
J.P., gast W., Pforringer W. (1992) – Traumatologie und Sportschaden im
baskettball sport – Sportverl, Sportschaden, 6: 91-100
· Rasch P.J., (1999) – Chinesiologia ed anatomia applicata – Verducci Roma (tit.orig. Rasch P.J. (1999) – Kinesiology and applied anatomy – Lea & Febieger)
· Riva D. (1998) – Sistemi di valutazione della sensibilità propriocettivo e della capacità di gestione del disequilibrio – in Riva D., Soardo G.P., Kratter G. (1998) – Propriocettività e gestione del disequilibrio – Atti Convegno Torino 16 Maggio 1998: 17-31
· Riva D., Trevisson P. (2000) – Il controllo posturale – Sport & Medicina, 4: 47-51
·
Schmid C.,
Geiger U. (1998) – Rehatrain – Edi-Ermes Milano
· Sproviero E., Rosati R., Bevilacqua F. (2001) – Ruolo delle interazioni tra piede, scarpa e superfici di gioco nei traumi della prima articolazione metatarso-falangea nel calciatore – Notiziario Settore Tecnico F.I.G.C., 1: 37-40
· Trachelio C. (1997) – La preparazione fisica negli sport di squadra – Libreria dello Sport Milano
· Weineck J. (1999) – La preparazione fisica ottimale del giocatore di pallacanestro – Calzetti-Mariucci Perugia
Redatto il 22/08/2002