CAMPIONATI MONDIALI 2000 |
Disputati in Guatemala |
Commento del mondiale di calcio a cinque del 2000 disputato in Guatemala di Rinaldo Badini e Mico Martic pubblicato nel n° 103 – Gennaio 2001 della rivista “Il nuovo calcio”. LA RIVINCITA DELLE “FURIE ROSSE”
Sconfitta nelle ultime due finali, la Spagna di Javier Lozano si è rifatta con gli interessi, scalzando dal trono il Brasile che si era aggiudicato le tre precedenti edizioni. Sul gradino più basso del podio la sorpresa Portogallo, che nella finale di consolazione ha superato la Russia Campione d’Europa. Cambio della
guardia al vertice mondiale: dopo tre successi del Brasile La quarta edizione
della rassegna iridata, disputata in Guatemala, ha incoronato la Spagna.
Il trionfo è arrivato nell’occasione in cui il Brasile sembrava imbattibile,
visto l’imperioso cammino fino alla finalissima, culminato con un roboante
8-0 rifilato al Portogallo in semifinale. Nella sfida decisiva, invece,
le “furie rosse” hanno messo la museruola all’attacco atomico dei sudamericani
(74 reti in 6 gare). Si sono poi dimostrate decisive le esecuzioni dal
dischetto, con la Spagna che ha messo a segno tre liberi (due con Javi
Rodriguez, uno con l’astro nascente Daniel), ribaltando il vantaggio 3-2
in favore dei verde oro, in testa fino a quattro minuti dal termine. Scelte coraggiose L’alloro intercontinentale
ha premiato le scelte del commissario tecnico Javier Lozano, che tra mille
perplessità ha lasciato a casa un monumento come Morente e i vari Ferriera,
Vicentin, Pato, Jimenez e Cometa rinnovando l’organico con Alonso, Javier
Rodriguez, Orol Sanchez, Kike, Guillermo, Daniel e il recuperato Paulo
Roberto. Nelle “furie rosse” sette i reduci dell’Europeo di Granata: Jesus,
Julio, Joan, Santi, Javi Sanchez, Riquer e Luis Amado. Per il Brasile,
invece, il secondo posto rappresenta una delusione cocente, paragonabile
alla sconfitta contro l’Uruguay nel Mondiale di calcio del 1950, visti
i trionfi degli ultimi anni in tutte le competizioni di grido disputate:
Mundialito, Tiger’s
Cup, e Coppa del Sudamerica e la presenza di fuoriclasse del calibro
di Manoel Tobias (capocannoniere e miglior giocatore dei Mondiali), Vander,
Fininho, Anderson, Schumacher e Falcao. Se Spagna e Brasile,
finaliste delle ultime due edizioni, sembrano destinate anche nei prossimi
anni a monopolizzare la scena, la rassegna di Guatemala City ha confermato
lo strapotere delle formazioni europee. Tutte le cinque ammesse: Spagna,
Russia, Portogallo; Croazia e Olanda, si sono qualificate per la seconda
fase e due salite sul podio. Questa performance, abbinata alle batoste
altisonanti rimediate da selezioni poco più che “dopolavoristiche” come
Guatemala, Kazakistan, Cuba, Thailandia e Australia (negli annali il 29-2
rifilato dal brasile ai padroni di casa) testimonia la necessità di rivedere
la formula. Equilibri
da ricercare Non è più ammissibile,
infatti, che l’Europa sia rappresentata solamente da cinque formazioni,
mentre continenti nettamente meno evoluti in questa disciplina, come Asia
e centro America abbiano a disposizione sei posti. Questa esigenza sembra
essere stata recepita dai vertici della Fifa, che già dalla prossima edizione
del 2004 dovrebbero allargare il numero delle partecipanti alla fase finale,
garantendo una cospicua presenza europea. Tra tante selezioni materasso,si
sono messe in luce quelle di Egitto e Iran, tornato protagonista come
ai tempi del clamoroso quarto posto dell’edizione di Hong Kong. Dopo aver
superato nel primo turno Thailandia e Uruguay, l’Egitto ha sfiorato l’ingresso
in semifinale: nel girone dei quarti di finale, supera clamorosamente
la Russia 6-4, la formazione del bomber Abdel Kader Sayed (6 reti) è stata
eliminata solo per differenza reti dalla stessa Russia. L’Iran invece
sconfitto 4-1 Cuba, soccombendo solo di misura nello spareggio contro
la quotata Argentina. Sorpresa
lusitana In un mondiale
che ha registrato poche novità, sorprendente il terzo posto per il Portogallo,
presente per la prima volta alla fase finale. Questo risultato aumenta
i rimpianti per la mancata partecipazione della nostra rappresentativa,
che avrebbe potuto recitare un ruolo di primo piano,probabilmente migliorando
il quinto posto di Spagna ’96. Positivo anche il cammino dell’altra matricola
Croazia, formazione più “vecchia” della rassegna con un’età media di 29
anni e 11 mesi. Guidati dai veterani Martic e Eklic e dai vari Tomicic,
Del Pont, Grdovic e Culiak, i biancorossi hanno conquistato sei punti
nel primo girone, mentre nella seconda fase hanno sconfitto l’Olanda,
soccombendo infine al Portogallo. Assente l’Italia sono stati undici gli
stranieri del nostro campionato convocati da Argentina (7): Leandro Miguel
Planas (Lamaro Roma RCB), Diego Raul Giustozzi e Carlos Gonzales Esteban
(BNL Roma), Carlos Fiorenti Sanchez e Rodrigo Petillo (Genoano), Josè
Hernan Garcias (Torino) e Mariano Adolfo Tallaferro (Delfino Cagliari)
e Croazia (4): Robert Grdovic (Cagliari), Mico Martic (Bergamo), Mate
Culiak (Luparense) e Goran Eklic (Figestim). |
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Redatto il: 10/07/03 |
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Pubblicato il: 06/12/02 |
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Rielaborato e ripubblicato il: 04/05/03 |
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